Caritas ricorda Graziella Fumagalli, uccisa in Somalia 20 anni fa

La mattina del 22 ottobre 1995, nella domenica che i cristiani nel mondo dedicano alla preghiera per le missioni, Graziella Fumagalli, medico lecchese, all'età di 51 anni, viene uccisa nel Centro antitubercolare a Merca, in Somalia, mentre visitava un paziente nell’ospedale che dirigeva per conto di Caritas Italiana.e che l'aveva vista instancabile testimone di carità per 16 mesi.



A venti anni da quella data la ricordiamo con le parole che S.E. Mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, ha utilizzato nella prefazione all’audiolibro “È compito mio” pubblicato da Caritas Italiana e Rerum a dicembre 2013. “I resti di Graziella riposano nel cimitero di Casatenovo in Bianza. Ma il ricordo di lei è presente tuttora nei cuori di chi l’ha conosciuta, nei cuori di quei somali che hanno ricevuto le sue cure e che hanno lavorato con lei. Sono certo che anche il suo sangue versato è “seme di vita e di speranza” per una Somalia, per un mondo che ha bisogno di esempi veri, come questo, per crescere e per essere più fraterno”.



Il libro di Paolo Brivio dal titolo “Ho nascosto il mio volto” (Ed. Emi – 2005) ricostruisce l'avventura umana, professionale e spirituale di Graziella, e tenta di far luce su quel buco nero chiamato Somalia (leggi l’introduzione).



Graziella Fumagalli nasce a Casatenovo, allora provincia di Como, oggi territorio lecchese, il 24 agosto 1944. Terza di nove figli, dopo la scuola dell'obbligo è costretta a lavorare per proseguire gli studi. Nel 1971 consegue la maturità scientifica, mentre prende sempre più corpo il desiderio di diventare medico. Nel 1980 si laurea in medicina e chirurgia. Nella prima metà degli anni Ottanta è assistente di patologia e chirurgia al'università di Milano e successivamente si specializza in chirurgia pediatrica a Parigi. Al curriculum aggiunge, nel 1989, un corso di medicina tropicale. Da quel momento diventa realtà il suo desiderio coltivato per anni di aiutare i poveri del Sud del mondo. Dal 1989 al 1993 è capo medico del Progetto integrato Sanità e Acqua in Guinea Bissau. Dal 1993 al 1994 è capo medico del Progetto integrato Sanità Mozambico. Nel 1994 dirige il Centro anti-tubercolosi della Caritas Italiana a Merca, in Somalia, con 100 pazienti ricoverati e più di 400 ambulatoriali. Graziella accetta l'incarico con la determinazione di sempre, respingendo pressioni e minacce, e non privilegiando nessun clan o fazione.