Mali

Popolazione: 16.174.580 ab. (2015)
Superficie: 1.240.142 km²
Capitale: Bamako
Moneta: Franco CFA
Lingua: francese
Religione: Musulmani (80%, in maggioranza sunniti), animisti (18%), cristiani (1%), altri (1%).
Il territorio corrispondente all’odierno Mali entrò a far parte del dominio francese a metà del diciannovesimo secolo. La colonia, che all’epoca includeva anche una serie di paesi confinanti, era anche conosciuta come Sudan Francese, o Repubblica del Sudan.
Nel 1959, il Sudan Francese fu unito ad un’altra colonia francese, il Senegal, andando a costituire la Federazione del Mali, che conquistò la sua indipendenza dalla Francia l’anno seguente. Molto presto il Senegal si separò dalla Federazione, e il territorio corrispondente al Sudan Francese fu rinominato Mali.
Dopo un periodo di regime autoritario sotto il Presidente Modibo Keita, a cui succedette Moussa Traoré, nel corso degli anni Novanta il Mali si avviò lungo un processo di democratizzazione, fino a divenire una delle democrazie più stabili del continente africano. Dopo il rovesciamento di Traoré ad opera di un colpo di stato militare guidato da Amadou Touré (1991), Alpha Konaré prevalse nelle prime elezioni presidenziali democratiche del Mali (1992). Alle dimissioni di Konaré, consegnate nel 2002 come previsto dalla Costituzione, successe Touré, che vinse le successive elezioni del 2007, considerate valide dai principali osservatori internazionali.
Il Mali è stato coinvolto per lungo tempo in una controversia con il Burkina Faso, in merito al controllo dell’Agacher, striscia di territorio di confine, ricca di minerali. La controversia culminò nel dicembre del 1985 in un conflitto aperto tra i due stati. Il Mali rivendicava la proprietà della zona in quanto abitata da Touareg e gruppi etnici Bellahs, da sempre considerati maliani, mentre le rivendicazioni del Burkina Faso poggiavano sulla legittimità delle frontiere disegnate in epoca coloniale. La guerra scoppiò in seguito all’invio di truppe militari del Burkina Faso nella striscia, apparentemente al fine di effettuare un’operazione di censimento. In seguito a tale invio, il Mali decise di attaccare le truppe del Burkina Faso. Dopo alcuni giorni di combattimenti, le due parti concordarono una tregua, portando la controversia dinanzi alla Corte internazionale di giustizia, che decretò la divisione della Striscia di Agacher in due parti uguali, da assegnare ai due paesi confinanti.
Nei primi anni ‘90, vari gruppi di Touareg e arabi nomadi presenti nella scarsamente abitata parte settentrionale del Mali, formarono l’MPA (Mouvement Populaire de l’Azaouad, Movimento Popolare dell’Azawad), con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia per la loro regione d’origine, denominata Azawad. Dopo l’accordo di pace raggiunto nel 1991, l’MPA ha smesso di combattere il governo, mentre una fazione separatista denominata FIAA (Front Islamique Arabe de l’Azaouad, Fronte Islamico Arabo di Azawad), non ha sostenuto l’accordo e dal 1994 ha continuato la lotta in modo autonomo. Durante tale periodo, sia il governo del Mali che il FIAA sono stati protagonisti di azioni militari a danno di vittime civili.
Nel 1995, il FIAA ha accettato di reintegrarsi nel processo di pace, dichiarando al tempo stesso un cessate il fuoco permanente, che ha portato al termine delle ostilità nel territorio.
Alla fine del 1990 e nei primi anni del 2000, è emersa una crescente insoddisfazione tra gli ex combattenti Touareg, successivamente integrati nell’esercito ordinario del Mali. Alcuni di tali soggetti diedero vita nel 2007 ad un breve conflitto armato contro il governo.
Nel corso del 2004, il Mali ha fornito assistenza militare indiretta al governo dell’Algeria, contro i GSPC (Groupe Salafite pour la prédication et le combat, Gruppi Salafiti per la Predicazione e il Combattimento).