Sri Lanka

Popolazione: 21.000.000 ab. (2015).
Superficie: 65.610 km².
Capitale: Sri Jayawardenapura Kotte (121.821 ab.).
Moneta: Rupia.
Lingua: Singalese, Tamil e Inglese.
Religione: Il buddhismo Theravada (70,2%) e l’induismo (12,6%) sono le principali religioni. Seguono poi l’islamismo (9,7%), il cristianesimo (7,5%) e il protestantesimo (1%).
Lo Sri Lanka è divenuto indipendente dalla Corona Britannica nel 1948. Nel 1815 gli inglesi avevano sconfitto gli ultimi regni singalesi ancora presenti nell’isola di Ceylon e posto l’intero territorio sotto amministrazione unica. Al momento dell’indipendenza lo Sri Lanka adottò una costituzione democratica e mutò il suo nome in Sri Lanka.
Sono presenti nello Sri Lanka due principali gruppi etnici: la maggioranza singalese, prevalentemente buddista, e la minoranza Tamil, prevalentemente induista. Sin dalla sua indipendenza, l’amministrazione politica del paese è stata tenuta dalla maggioranza singalese, che nel corso degli anni ha progressivamente estromesso la minoranza Tamil. Tale minoranza è stata protagonista di forti rivendicazioni contro le discriminazioni culturali, religiose e politiche subìte. Le rivendicazioni dei Tamil si sono progressivamente estremizzate, fino al punto da trasformarsi in guerra aperta e richiesta di autonomia e indipendenza dal governo centrale.
Dopo anni di scontri di basso livello, il conflitto Tamil esplose nel 1983, raggiungendo livelli di guerra ad elevata intensità. Il gruppo ribelle più forte, denominato Tigri Tamil (LTTE), assunse la guida della ribellione, estromettendo tutti gli altri gruppi armati. Diversi tentativi di negoziato e varie dichiarazioni di cessate il fuoco non riuscirono a risolvere il conflitto.
Un altro fronte di conflitto rivolto alla conquista del potere si avviò nel 1971, quando il gruppo comunista Janatha Vimukthi Peramuna (JVP) prese le armi contro il governo centrale. Il conflitto conobbe varie fasi di sviluppo, dando origine a momenti di scontro nel 1971 e nel biennio 1989-1990. In tutte le situazioni di conflitto evidenziate, sia il governo centrale che le varie fazioni in lotta si sono rese protagoniste di gravi violenze contro i civili.
L’India interviene con la propria forza militare in aiuto delle forze armate cingalesi e per garantire la sicurezza dei Tamil di origine indiana rimasta nello Sri Lanka. Nel 1990 termina l’intervento militare, ma il primo ministro indiano, Rajiv Gandhi, viene assassinato da un commando durante un comizio elettorale.
Nel 2002, iniziano i negoziati di pace con la mediazione della Norvegia. La pace resta lontana anche per motivi religiosi. I cingalesi, essendo depositari del buddismo theravada, non possono pensare di essere assorbiti dai Tamil induisti.
Nel 2004, lo tsunami provoca migliaia di morti.
Nel 2006, le elezioni vengono vinte dall’Alleanza per la Libertà del Popolo Unito (Upfa) del Presidente Rajapakse.
Nel 2009, il conflitto viene considerato concluso quando il presidente Mahinda Rajapaksa dichiara sconfitta l’insurrezione dei Tamil e l’uccisione del leader Velupillai Prabhakaran.

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