Educare alla Pace, Commissione Giustizia e Pace CEI (1998) / Conclusione


Conclusione
 
 
32. – Il nostro tempo riconosce nel papa Giovanni Paolo II uno dei più appassionati educatori delle coscienze e dei popoli alla via della pace. Il suo magistero, specialmente nei messaggi per le Giornate mondiali della pace, rappresenta un itinerario che ripercorre tutti i singoli tratti del progetto educativo che si è tentato qui di delineare. Nel crepuscolo di questo millennio, le sue invocazioni e i suoi gesti di perdono e di pace mettono in crisi le sicurezze di chi pensa che il primo passo tocchi sempre agli altri e richiamano ogni uomo e ogni nazione a far nascere gesti coerenti da un cuore riconciliato. L’invito che egli fa risuonare per un Giubileo che rimetta ogni debito e ridoni a ciascuno dignità e fraternità, risuona come una voce nitida e solenne che indica con sicurezza il cammino della pace: “Alla crisi di civiltà occorre rispondere con la civiltà dell’amore, fondata sui valori universali di pace, solidarietà, giustizia e libertà, che trovano in Cristo la loro piena attuazione” (Lett. apost. Tertio millennio adveniente, 52).
 
Mentre nel cammino verso la celebrazione del Grande Giubileo del 2000 stiamo vivendo l’anno dedicato allo Spirito Santo e ci apprestiamo a contemplare nel prossimo anno il mistero del Padre, vogliamo riaffermare la nostra fede in Cristo, pace e riconciliazione per tutti, Lui che è “la luce vera, che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). È lui il dono che il Padre, per mezzo dello Spirito, offre all’umanità chiamata vivere il mistero della comunione trinitaria. Celebriamo l’Incarnazione redentrice del Verbo e chiediamo che il Padre di ogni misericordia e riconciliazione, il Figlio “principe della pace”, lo Spirito Santo che è amore facciano diventare doni per tutti la giustizia e la pace:
 
 
“Allora il deserto diventerà un giardino
 
e il giardino sarà considerato una selva.
 
Nel deserto prenderà stabile dimora il diritto
 
e la giustizia regnerà nel giardino.
 
Effetto della giustizia sarà la pace” (Is 32,15-17).