Opzione fiscale a spese militari

 «L’Italia diventi superpotenza della nonviolenza, istituendo un Ministero della Pace, tagliando le spese militari, destinando le risorse ad un investimento strutturale sul servizio civile (ci sono 150.000 giovani in attesa) e sostenendo all’Onu il diritto alla Pace come diritto umano fondamentale».
 
È la proposta lanciata da Giovanni Ramonda, responsabile generale, durante l’assemblea annuale della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, svoltasi a fine maggio 2016 a Forlì sul tema “Le vie che portano alla pace”. Per rendere attuabile questa proposta la Comunità propone al governo l’introduzione dell’opzione fiscale alle spese militari: «Se non ce la concederanno – sono le parole di Ramonda – faremo obiezione di coscienza».
 
Una proposta sostenuta da don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, che è intervenuto alla convention. «62 persone possiedono la metà della ricchezza del mondo – ha sottolineato citando dati Oxfam -. Se la ricchezza è concentrata nelle mani di pochi, è chiaro che per difenderla servono le armi». «L’Italia negli ultimi due anni ha triplicato la vendita di armi – ha proseguito – in particolare verso paesi in guerra. Dietro l’Isis ci sono Arabia Saudita e Qatar: noi vendiamo armi a loro. Il governo dice che è tutto regolare. Serve davvero un ministero della pace».