Populorum progressio (Paolo VI – 1967) / Conlusioni e Appello Finale

Conclusione
  
Lo sviluppo è il nuovo nome della pace
 
76. Le disuguaglianze economiche, sociali e culturali troppo grandi tra popolo e popolo provocano tensioni e discordie, e mettono in pericolo la pace. Come dicevamo ai padri conciliari al ritorno dal nostro viaggio di pace all’ONU: «La condizione delle popolazioni in via di sviluppo deve formare l’oggetto della nostra considerazione; diciamo meglio, la nostra carità per i poveri che si trovano nel mondo – e sono legione ìnfinita – deve divenire più attenta, più attiva, più generosa».(52) Combattere la miseria e lottare contro l’ingiustizia, è promuovere, insieme con il miglioramento delle condizioni di vita, il progresso umano e spirituale di tutti, e dunque il bene comune dell’umanità. La pace non si riduce a un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio sempre precario delle forze. Essa si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini.(53)
 
Uscire dall’isolamento
 
77. Artefici del loro proprio sviluppo, i popoli ne sono i primi responsabili. Ma non potranno realizzarlo nell’isolamento. Accordi regionali tra popoli deboli per sostenersi vicendevolmente, intese più ampie per venir loro in aiuto, convenzioni più impegnative tra gli uni e gli altri, volte a stabilire programmi concertati: sono le tappe di questo cammino dello sviluppo che conduce alla pace.
 
Verso un’autorità mondiale efficace
 
78. Questa collaborazione internazionale a vocazione mondiale postula delle istituzioni che la preparino, la coordinino e la reggano, fino a costituire un ordine giuridico universalmente riconosciuto. Di tutto cuore Noi incoraggiamo le organizzazioni che hanno preso in mano questa collaborazione allo sviluppo, e auspichiamo che la loro autorità s’accresca. «La vostra vocazione – dicevamo ai rappresentanti delle Nazioni Unite a New York – è di far fraternizzare, non già alcuni popoli, ma tutti i popoli … Chi non vede la necessità di arrivare in tal modo progressivamente a instaurare un’autorità mondiale in grado d’agire efficacemente sul piano giuridico e politico?».(54)
 
Fondate speranze in un mondo migliore
 
79. Certuni giudicheranno utopistiche siffatte speranze. Potrebbe darsi che il loro realismo pecchi per difetto, e che essi non abbiano percepito il dinamismo d’un mondo che vuol vivere più fraternamente, e che, malgrado le sue ignoranze, i suoi errori, e anche i suoi peccati, le sue ricadute nella barbarie e le sue lunghe divagazioni fuori della via della salvezza, si avvicina lentamente, anche senza rendersene conto, al suo Creatore. Questo cammino verso una crescita di umanità richiede sforzo e sacrificio: ma la stessa sofferenza, accettata per amore dei fratelli, è portatrice di progresso per tutta la famiglia umana. I cristiani sanno che l’unione al sacrificio del Salvatore contribuisce «all’edificazione del corpo di Cristo» (Ef 4,12) nella sua pienezza: il popolo di Dio radunato.(55)
 
Tutti solidali
 
80. In questo cammino siamo tutti solidali. A tutti perciò abbiamo voluto ricordare la vastità del dramma e l’urgenza dell’opera da compiere. L’ora dell’azione è già suonata: la sopravvivenza di tanti bambini innocenti, l’accesso a una condizione umana di tante famiglie sventurate, la pace del mondo, l’avvenire della civiltà sono in gioco. A tutti gli uomini e a tutti i popoli di assumersi le loro responsabilità.
 
APPELLO FINALE
 
Cattolici
 
81. Noi scongiuriamo per primi tutti i Nostri figli. Nei paesi in via di sviluppo non meno che altrove, i laici devono assumere come loro compito specifico il rinnovamento dell’ordine temporale. Se l’ufficio della gerarchia è quello di insegnare e interpretare in modo autentico i principi morali da seguire in questo campo, spetta a loro, attraverso la loro libera iniziativa e senza attendere passivamente consegne o direttive, penetrare di spirito cristiano la mentalità della loro comunità di vita.(56) Sono necessari dei cambiamenti, indispensabili delle riforme profonde: essi devono impegnarsi risolutamente a infondere loro il soffio dello spirito evangelico. Ai Nostri figli cattolici appartenenti ai paesi più favoriti Noi domandiamo l’apporto della loro competenza e della loro attiva partecipazione alle organizzazioni ufficiali o private, civili o religiose, che si dedicano a vincere le difficoltà delle nazioni in via di sviluppo. Essi avranno senza alcun dubbio a cuore di essere in prima linea tra coloro che lavorano a tradurre nei fatti una morale internazionale di giustizia e di equità.
 
Cristiani e credenti
 
82. Tutti i cristiani, Nostri fratelli, vorranno, non ne dubitiamo, ampliare il loro sforzo comune e concertato allo scopo di aiutare il mondo a trionfare dell’egoismo, dell’orgoglio e delle rivalità, a superare le ambizioni e le ingiustizie, ad aprire a tutti le vie di una vita più umana, in cui ciascuno sia amato e aiutato come il fratello dai fratelli. E, ancora commossi al ricordo dell’indimenticabile incontro di Bombay con i Nostri fratelli non cristiani, di nuovo Noi li invitiamo a cooperare con tutto il loro cuore e la loro intelligenza, affinché tutti i figli degli uomini possano condurre una vita degna dei figli di Dio.
 
Uomini di buona volontà
 
83. Infine, ci volgiamo verso tutti gli uomini di buona volontà consapevoli che il cammino della pace passa attraverso lo sviluppo. Delegati presso le istituzioni internazionali, uomini di stato, pubblicisti, educatori, tutti, ciascuno al vostro posto, voi siete i costruttori di un mondo nuovo. Supplichiamo Dio onnipotente di illuminare la vostra intelligenza e di fortificare il vostro coraggio nel risvegliare l’opinione pubblica e trascinare i popoli. Educatori, tocca a voi suscitare fin dall’infanzia l’amore per i popoli in preda all’abbandono. Pubblicisti, vostro è il compito di mettere sotto i nostri occhi gli sforzi compiuti per promuovere il reciproco aiuto tra i popoli, così come lo spettacolo delle miserie che gli uomini hanno tendenza a dimenticare per tranquillizzare la loro coscienza: che i ricchi sappiano almeno che i poveri sono alla loro porta e fanno la posta agli avanzi dei loro festini.
 
Uomini di stato
 
84. Uomini di stato, su voi incombe l’obbligo di mobilitare le vostre comunità ai fini di una solidarietà mondiale più efficace, e anzitutto di far loro accettare i necessari prelevamenti sul loro lusso e i loro sprechi per promuovere lo sviluppo e salvare la pace. Delegati presso le organizzazioni internazionali, da voi dipende che il pericoloso e sterile fronteggiarsi delle forze ceda il posto alla collaborazione amichevole, pacifica e disinteressata per uno sviluppo solidale dell’umanità: un’umanità nella quale sia dato a tutti gli uomini di raggiungere la loro piena fioritura.
 
Uomini di pensiero
 
85. E se è vero che il mondo soffre per mancanza di pensiero, Noi convochiamo gli uomini di riflessione e di pensiero, cattolici, cristiani, quelli che onorano Dio, che sono assetati di assoluto, di giustizia e di verità: tutti gli uomini di buona volontà. Sull’esempio di Cristo, Noi osiamo pregarvi pressantemente: «Cercate e troverete» (Lc 11,9), aprite le vie che conducono, attraverso l’aiuto vicendevole, l’approfondimento del sapere, l’allargamento del cuore, a una vita più fraterna in una comunità umana veramente universale.
 
Tutti all’opera
 
86. Voi tutti che avete inteso l’appello dei popoli sofferenti, voi tutti che lavorate per rispondervi, voi siete gli apostoli del buono e vero sviluppo, che non è la ricchezza egoista e amata per se stessa, ma l’economia al servizio dell’uomo, il pane quotidiano distribuito a tutti, quale sorgente di fraternità e segno della Provvidenza.
 
87. Di gran cuore vi benediciamo, e chiamiamo tutti gli uomini di buona volontà ad unirsi fraternamente a voi. Perché, se lo sviluppo è il nuovo nome della pace, chi non vorrebbe cooperarvi con tutte le sue forze? Sì, tutti: Noi vi invitiamo a rispondere al Nostro grido d’angoscia, nel nome del Signore.
 
Roma, presso San Pietro, il 26 marzo, solennità della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, dell’anno 1967, IV del Nostro pontificato.
 
 
PAOLO PP. VI
 
 

 
NOTE
 
(1) PAULUS PP. VI, Litt. enc. Populorum progressio de populorum progressione promovenda, [Ad Episcopos, ad Sacerdotes, ad Religiosos, ad Christifideles totius Catholici Orbis, itemque ad universos bonae voluntatis homines], 26 martii 1967: AAS 59(1967), pp. 257-299.
 
Introduzione: La questione sociale è oggi mondiale; Lo sviluppo dei popoli e l’insegnamento sociale dei papi; Viaggi di Paolo VI e commissione pontificia “Giustizia e pace”.- Parte I: Per uno sviluppo integrale dell’uomo: I. I dati del problema (aspirazioni degli uomini; colonizzazione e colonialismo; squilibrio crescente; aumentata presa di coscienza; urti di civiltà; conclusione). II. La chiesa e lo sviluppo (l’opera dei missionari; chiesa e mondo; visione cristiana dello sviluppo; vocazione e crescita; dovere personale e comunitario; scala dei valori; crescita ambivalente; verso una condizione più umana; l’ideale da perseguire). III. L’opera da compiere (la destinazione universale dei beni; la proprietà; l’uso dei redditi; l’industrializzazione; capitalismo liberale; il lavoro e la sua ambivalenza; l’urgenza dell’opera da compiere; tentazione alla violenza; rivoluzione; riforma; programmi e pianificazione a servizio dell’uomo; alfabetizzazione; famiglia e demografia; organizzazione professionale; pluralismo legittimo; formazione culturale; tentazione materialista; verso un umanesimo plenario). – Parte II: Verso lo sviluppo solidale dell’umanità nella fraternità fra i popoli: I. L’assistenza ai deboli (lotta contro la fame oggi e domani; dovere di solidarietà; il superfluo; programmi; fondo mondiale: vantaggi e urgenza; dialogo da instaurare e sua necessità). II. L’ equità nelle relazioni commerciali (distorsione crescente al di là del liberalismo; giustizia dei contratti a livello dei popoli; misure da prendere; convenzioni internazionali; ostacoli da superare: nazionalismo e razzismo; verso un mondo solidale dove i popoli siano artefici del proprio destino). III. La carità universale (doveri connessi con l’ospitalità; dramma dei giovani studenti; lavoratori emigrati; senso sociale; missione di sviluppo; qualità degli esperti; dialoghi di civiltà; appello ai giovani; lo sviluppo è il nuovo nome della pace). – Conclusione: Uscire dall’isolamento; Verso un’autorità mondiale efficace; Speranze fondate in un mondo migliore; Tutti solidali; Appello finale (cattolici, cristiani e credenti, uomini di buona volontà, uomini di stato, uomini di pensiero: tutti all’opera).
 
(2) Cf. Acta Leonis XIII, XI (1892), pp. 97-148; EE 3.
 
(3) Cf. AAS 23(1931), pp. 177-228; EE 5/583-730.
 
(4) Cf. e.g. Nuntius radiophonicus, datus die 1 mensis iunii anno 1941, quinquagesimo exeunte anno a Litteris Encyclicis Rerum novarum a Leone XIII datis: AAS 33(1941), pp. 195-205; EE 6/app.; Nuntius radiophonicus, datus pridie Nativ. D.N.I.C. anno 1942: AAS 35(1943), pp. 9-24; Allocutio catholicae Sodalitati Operariorum Italicorum, ob commemorationem Litt. Enc. Rerum novarum congressae, habita die 14 mensis Maii anno 1953: AAS 45(1953), pp. 402-408.
 
(5) Cf. AAS 53(1961), pp. 401-464; EE 7/222-481.
 
(6) Cf. AAS 55(1963), pp. 257-304; EE 7/541-712.
 
(7) Cf. Litt. enc. Mater et Magistra: AAS 53(1961), p. 440; EE 7/378.
 
(8) Cf. Const. part. Gaudium et spes de Ecclesia in mundo huius temporis, n. 63: AAS 58(1966), p. 1084; EV 1/1537.
 
(9) Litt. apost. motu proprio datae Catholicam Christi Ecclesiam: AAS 59 (1967), p. 27; EV 2/959.
 
(10) Cf. LEO XIII, Litt. enc. Rerum novarum: Acta Leonis XIII, XI (1892), p. 98; EE 3.
 
(11) CONC. VAT. II. Const. past. Gaudium et spes, n. 63: AAS 58(1966). p. 1085; EV 1/1535.
 
(12) CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 3: AAS 58(1966), p. 1026; EV 1/1323.
 
(13) Cf. LEO XIII, Litt. enc. Immortale Dei: Acta Leonis XIII, V (1885), p. 127; EE 3.
 
(14) Gaudium et spes, n. 4: AAS 58(1966), p. 1027; EV 1/1324.
 
(15) Cf. L.J. LEBRET OP, Dynamique concrète du développement, Économie et Humanisme, Les éditions ouvrières, Paris 1961, p. 28.
 
(16) Cf. e.g. J. MARITAIN, Les conditions spirituelles du progrès et de la paix, in libro qui inscribitur Rencontre des cultures à l’UNESCO sous le signe du Concile oecuménique Vatican II, Mame, Paris 1966, p. 66.
 
(17) CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 69: AAS 58(1966), p 1090; EV 1/1551.
 
(18) De Nabuthe, c.12, n. 53: PL 14, 747. Cf. J.R. PALANQUE, Saint Ambroise et l’empire romain, De Boccard, Paris 1933, pp. 336ss.
 
(19) Cf. Cardinalis a publicis Ecclesiae negotiis Epistola ad catholicos viros socialis vitae studia in urbe vulgo Brest celebrantes, in libro qui inscribitur L’homme et la révolution urbaine, Chronique sociale, Lyon 1965, pp. 8-9.
 
(20) Cf. CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 71: AAS 58(1966), p. 1093; EV 1/1557-1559.
 
(21) Cf. CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 65: AAS 58(1966), p. 1086; EV 1/1541.
 
(22) Litt. enc. Quadragesimo anno: AAS 23(1931), p. 212; EE 5/692.
 
(23) Cf. e.g. COLIN CLARK. The conditions of economic progress, III ed., McMillan & Co. (London). St. Martin’s Press (New York), 1960, pp. 3-6.
 
(24) Cf. Cardinalis a publicis Ecclesiae negotiis Epistula ad catholicos viros socialis vitae studia Lugduni celebrantes, in libro qui inscribitur Le travail et les travailleurs dans la société contemporaine, Chronique sociale, Lyon 1965, p. 6.
 
(25) Cf. e.g. M.D. CHENU OP, Pour une théologie du travail, Éditions du Seuil, Paris 1955.
 
(26) Litt. enc. Mater et Magistra: AAS 53(1961), p. 423; EE 7/312.
 
(27) Cf. e.g. O. VON NELL-BREUNING SI, Wirtschaft und Gesellschaft, vol. 1: Grundfragen, Herder, Freiburg 1956, pp. 183-184.
 
(28) Cf. e.g. Emmanuelis LARRAIN ERRAZURIS, Episcopi Talcensis in Chilia, Praesidis Consilii compendiariis litteris CELAM appellati, Pastorales Litterae de civili progressu et de pace, Pax Christi, Parisiis 1965.
 
(29) Cf. CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 26: AAS 58(1966). p. 1046; EV 1/1402.
 
(30) IOANNES XXIII, Litt. enc. Mater et Magistra: AAS 53( 1961), p. 414; EE: 7/274.
 
(31) Cf. Diarium quod inscribitur L’Osservatore romano, die 11 mensis Septembris anno 1965, vel commentarium La Documentation catholique, t. 62, Paris 1965, pp, 1674-1675.
 
(32) CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 52: AAS 58(1966), p. 1073; EV 1/1486.
 
(33) Cf. CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, nn. 50-51 cum adnotatione n.14: AAS 58(1966), pp. 1070-1073; EV 1/1478-1484. Cf. etiam n. 87: p. 1110; EV 1/1625-1627.
 
(34) Cf. CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 15: AAS 58(1966), p. 1036; EV 1/1367.
 
(35) Gaudium et spes, n. 57: AAS 58(1966), p. 1078; EV 1/1507.
 
(36) Gaudium et spes, n. 19: AAS 58(1966), p. 1039; EV 1/1374.
 
(37) Cf. e.g. J. MARITAIN, L’humanisme intégral, Aubier, Paris 1936.
 
(38) Cf. H. DE LUBAC SI, Le drame de l’humanisme athée, III éd., Spes, Paris 1945, p. 10.
 
(39) Cf. Pensées, éd. Brunschvicg, n. 434; cf. Maurice ZUNDEL, L’homme passe l’homme, Éditions du lien, Le Caire 1944.
 
(40) Cf. Allocutio ad viros e variis religiosis Communitatibus non-christianis, habita die 3 mensis Decembris anno 1964: AAS 57(1965), p. 132.
 
(41) Cf. IOANNES XXIII, Litt. enc. Mater et Magistra: AAS 53(1961), p. 440ss; EE 7/378ss.
 
(42) Cf. Nuntius radiophonicus, datus pridie Nativ. D.N.I.C. anno 1963: AAS 56(1964), pp. 57-58.
 
(43) Cf. Encicliche e discorsi di Paolo VI, vol. IX, ed. Paoline, Roma 1966, pp. 132-136.
 
(44) CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 86: AAS 58(1966), p. 1109; EV 1/1620.
 
(45) Nuntius ad homines universos datus astantibus diurnariis scriptoribus, die 4 mensis Decembris 1964: AAS 57(1965), p. 135.
 
(46) Cf. AAS 56(1964), p. 639ss; EE 7/776ss.
 
(47) Cf. Acta Leonis XIII, XI (1892), p. 131; EE 3.
 
(48) Cf. LEO XIII, Litt. enc. Rerum novarum: Acta Leonis XIII, XI (1892), p. 98; EE 3.
 
(49) Cf. CONC. VAT. II, Const. past. Gaudium et spes, n. 85: AAS 58(1966). p. 1108; EV 1/1616.
 
(50) Cf. Litt. enc. Fidei donum: AAS 49(1957), p. 246; EE 6/1337.
 
(51) Cf. IOANNES XXIII, Allocutio habita die 10 mensis Maii anno 1963, cum praemio a Balzanio nuncupato donaretur: AAS 55(1963), p. 455.
 
(52) AAS 57(1965), p. 896; EV 1/407*.
 
(53) Cf. IOANNES XXIII, Litt. enc. Pacem in terris: AAS 55(1963), p. 301; EE 7/702s.
 
(54) AAS 57(1965), p. 880; EV 1/381*.
 
(55) Cf. CONC. VAT. II, Const. dogm. Lumen gentium de Ecclesia, n. 13; AAS 57(1965), p. 17; EV 1/318-321.
 
(56) Cf. CONC. VAT. II, Decr. Apostolicam actuositatem de apostolatu laicorum, nn. 7,13 et 24: AAS 58(1966), pp. 843, 849 et 856; EV 1/941.962-964.1001-1007.

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